Pagine

sabato 28 dicembre 2013

Pillola rossa o pillola blu?




Ci sono ultimamente momenti come questo nella mia vita.
Per anni ti sembra che ci sia qualcosa che non quadra, ma è solo una vaga intuizione che non riesci ne a spiegarti e nemmeno addirittura a tradurre in domande esplicite, e poi finalmente trovi qualcuno o qualcosa che fa andare a posto tutti i tasselli del puzzle e tutto diventa chiaro.
 
In questo caso c'era in me da anni una sensazione di fastidio verso l'ambiente in cui lavoravo, ma di volta in volta pensavo che fosse qualcuno dei responsabili a cui rispondevo, alle mansioni che non erano mai quelle giuste, alla mancanza di opportunità. Poi aprendo questo blog ho cominciato a sforzarmi di esplicitare i motivi della mia avversione e già questo è stato un processo molto positivo. Poi ho cominciato a trovare riferimenti, approfondimenti e letteratura che mi hanno fatto capire come effettivamente il mondo del lavoro in azienda era intrinsecamente deviato e che addirittura questo faceva parte di una crisi più ampia della nostra società che si evidenziava in maniera più grave nel mondo dell'azienda perché nasceva proprio dalle logiche di consumo, produzione e profitto che sono alla base dell'organizzazione delle aziende private, ma che man mano si sta propagando ad altri ambiti.
 
Nel corso del prossimo anno vorrei approfondire questi argomenti, ma intanto lascio il link di uno dei documenti più interessanti che ho trovato su questo tema. Si tratta di una dispensa disponibile sul sito del Professor Bartolini dell'Università di Siena che si occupa proprio di studi economici sulla felicità e sul benessere degli individui in cui chiaramente il mondo del lavoro trova uno spazio importante.

2 commenti:

  1. Io mi chiedo se invece di utilizzare le energie per trovare le dispense di un professore che ci spiega la felicità e criticare continuamente il sistema senza avere la minima possibilità di cambiarlo rimanendoci dentro, uno non faccia l'unico passo necessario: mollare quel lavoro e trovare strade nuove. Se la vita in azienda non piace (posso capirlo bene), è inutile incaponirsi sul "sistema", non è parlando che il sistema cambia, è agendo. Vedi il libro di Simone Perotti, Adesso Basta. Si prende un'altra via. Sulla nostra vita abbiamo un margine di controllo che possiamo utilizzare, sul sistema no. In bocca al lupo per tutto! Ciao

    RispondiElimina
  2. Beh, probabilmente non hai letto il primo post di questo blog, dove dico proprio che visto che non posso cambiare il sistema, e visto che non posso semplicemente mollare tutto (come non può farlo quasi nessuno), il senso di questo blog era esprimere un dissenso argomentato e magari a volte ironico.
    Per quanto riguarda le energie sprecate, quel materiale l'ho trovato documentandomi su internet relativamente ad argomenti che seguo e che mi interessano e solo dopo ho trovato attinenze con quello di cui parlo nel blog: si tratta di connessioni che avvengono solo a posteriori.
    Ma perché hai quest'astio, non capisco: se non ti interessa il blog, scegline un altro, ma non capisco perché ti arrabbi.

    RispondiElimina