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venerdì 18 ottobre 2013

La gita aziendale

 
 

Fin dall'apertura di questo blog una delle tesi più importanti che abbiamo cercato di testimoniare e' il fatto che l'azienda ama alla follia la forma, l'apparenza o, per dirla in aziendalese, le tecniche di marketing. Anche nel campo della costruzione dello spirito di squadra, il "team" come l'azienda ama dire, al di la' degli sbrodolamenti ciò che gli interessa è "far sembrare" che si stia costruendo uno spirito di squadra, piuttosto che avere realmente una squadra compatta e rafforzata dalle iniziative effettuate.

I militari da sempre sono maestri nel creare lo "spirito di corpo",è una cosa su cui non possono scherzare, perche' quando si è su un campo di battaglia con il nemico che ti spara addosso a tirarti fuori dai guai non bastano gli slogan e le iniziative pubblicitarie. Proprio per questo le cerimonie militari sono tanto commoventi perchè di solito dietro a ogni gesto c'è una motivazione e un significato.
E soprattutto non si trascurano aspetti della psiche umana e delle dinamiche relazionale nei gruppi, che anzi sono conosciute perfettamente e utilizzate per lo scopo primario.

E in azienda?
In azienda dopo aver enunciato una serie di frasi, immagini e depliant ad effetto, sono poi capaci di combinare cose come quelle che ci racconta la nostra Dipendente Recalcitrante...

Quando l’azienda ha terminato i soldi per offrire cene o attività ai dipendenti per motivarli e per fare gruppo, non resta che organizzare le stesse facendole pagare al dipendente. 
La prima volta capitò a inizio estate: venne organizzata la visita presso un’azienda agricola con invito aperto anche ai bambini.
Le ultime proposte avevano riscosso un tiepido successo e modeste adesioni, così l’Entusiasta Responsabile del Personale si fece furba: lanciò l’invito, completamento privo di dettagli, che sarebbero stati forniti in seguito.  Così presa dal senso di colpa, dalla paura di finire nella lista nera degli asociali, accettai in stile Fantozziano, ringraziando per tanta umanità.
I dettagli forniti in seguito svelarono che la visita era prevista di sabato: del resto chi non vorrebbe passare una giornata di vacanza presso una fattoria, con i propri figli, le mucche, le galline, il tuo capo ufficio, il capo del capo e tutti i tuoi colleghi di ufficio?

L’invito era accettato, ma saputo che il simpatico incontro era stato programmato di Sabato, qualche giorno prima della visita alla fattoria, la metà dei colleghi si ritirarono causa “malattia del figlio”. Era la stessa scusa che pensavo di utilizzare io, ma essendo stata ormai inflazionata rimasi fregata.
Sorprendentemente la giornata fu abbastanza piacevole, i rapporti erano informali, nessun accenno al lavoro, i bambini presenti si divertirono molto e il pranzo fu davvero ottimo. Al momento di saldare il conto, il capo del mio capo scandì ad alta voce le seguenti parole rivolte al cameriere: “Il conto è da dividere per 10 adulti, per i bambini ci fate il prezzo baby?”. Non potevo credere alle mie orecchie! Avevo rinunciato al mio giorno libero e dovevo anche pagarmi il pranzo! Da quella volta giurai “mai più” e come me, anche altri colleghi presero a rifiutare cortesemente tutti gli inviti. Seguirono durante l’estate altre due gite sociali: un giro in bicicletta seguito da cena (3 adesioni), la visita presso un laboratorio orafo (5 adesioni).
 
Pensavamo che questo scarso successo avrebbe fatto desistere l’Azienda da proporre altre simpatiche iniziative di questo genere. Purtroppo il peggio doveva ancora venire.
 
                                                                                                                La Dipendente Recalcitrante

 

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