Pagine

lunedì 22 aprile 2013

Il gergo aziendale


Uno dei fattori che saltano più all'occhio in azienda e' quello della lingua slogan che si parla in questo ambiente: l'aziendalese!

Potremmo dire che l'aziendalese e' un linguaggio che di fatto uniforma completamente ogni individualismo e ogni stile di espressione che altrimenti potrebbe emergere, e probabilmente questo e' uno dei suoi scopi impliciti. Ma se questo è il primo effetto che si nota di questo strano idioma, via via che lo si esamina più da vicino (o che lo si subisce) emergono altri aspetti, ugualmente caratterizzanti.
Innanzitutto, la lingua dell'azienda complica ciò che potrebbe essere semplice: usa "inizializzare" invece di cominciare, verbo evidentemente troppo banale, "finalizzare" invece che terminare, forse troppo comune, "posizionare" invece del troppo triviale porre.


Un secondo aspetto è  quello che l’aziendalese ha l’effetto di dare più importanza di quanto non abbiano alle persone in azienda, o di enfatizzare anche le azioni più semplici.
E così fa largo uso di verbi come "coordinare", "ottimizzare" e "supervisionare" al posto dei più umili eseguire e fare. Inoltre utilizza con grande generosità la desinenza in "enza": pertinenza, competenza, esperienza, efficienza, coerenza, eccellenza, tutte parole che  trasmettono l'idea di grande…. importanza.

L’azienda poi nell’evoluzione del proprio linguaggio considera la grammatica un relitto antiquato, usa in grande profusione termini tecnici e amministrativi, ma soprattutto ama profondamente i trasferimenti di significato. Ad esempio il verbo "declinare", di solito usato per rifiutare inviti o negli esercizi di grammatica latina viene utilizzato per esprimere concetti con non gli sono propri: "declinare" un marchio, un messaggio, un valore, significa adottare questi elementi sotto altre forme e situarli più in alto.
Allo stesso modo l'imperversante "soluzionare" rimpiazza il casareccio risolvere, perché fornisce in se il concetto di soluzione.

Infine, l’aspetto forse più eclatante, e se vogliamo sconfortante, è che la lingua dell'azienda e' intrinsecamente ibridata con l'inglese. I suoi sacerdoti, che di solito sono i dirigenti, gli aspiranti tali o i migliori tirapiedi di queste due categorie, amano alla follia inventare sempre nuovi neologismi utilizzando la lingua di Shakespeare e poco importa se spesso emergono termini poco corretti o se esistono termini analoghi e più semplici nella nostra amata lingua madre: basta disseminarli su "slides"e "speech" e il gioco e' fatto.

Così "packaging" sostituisce imballaggio, "report" relazione, "feedback" ritorno e su tutto troneggia "benchmarking" al posto dell'umile confronto.
Ma il peggio avviene quando l'aziendalese non pago dell'ibridazione nelle frasi, si spinge  fino ad ibridare le parole stesse. E così nascono terribili termini come "skillato" per indicare un individuo con capacità, "matchare" per far corrispondere due grandezze , "sharare" per il semplice condividere o il terrificante “performante”....

E in tutto questo delirio lessicale al povero dipendente riluttante, tramortito dall'ultima brillante proiezione di slides di power point, o da interventi fotocopia di più ligi impiegati allineati forse non resta davvero che giocare al bingo aziendale.....

1 commento:

  1. Caro Corto,
    ti manca shiftato, per dire di un qualcosa di non centrato in misura.
    molto più terra-terra dire spostato, o fuori registro.
    datasheet anziché scheda tecnica o addirittura msds al posto di scheda di sicurezza.
    infine rimembro ancor il vecchio know-how.
    Insomma, l'aziendalese impazza, poveri noi!

    saluti da Aquila della notte

    RispondiElimina