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venerdì 19 aprile 2013

Un caso di studio








Ritorno sul tema della retorica del gioco di squadra in azienda, che viene continuamente richiamata, anche se è evidente che esiste una fortissima competizione che si gioca soprattutto fra gli enti interni. Questo non avviene per malfunzionamenti, ma proprio per la dinamica fisiologica dell'organizzazione del lavoro all'interno delle strutture aziendali e degli obiettivi che vengono dati ai singoli reparti che la maggior parte delle volte creano questo stato. Ogni ente cerca di raggiungere i propri obiettivi specifici che a volte si scontrano con quelli degli altri. I vertici giudicano sulla base di questi obiettivi e per cui se un ente non riesce a raggiungerli a causa di un altro ente si crea il conflitto, con buona pace del gioco di squadra e della competizione sul mercato con altre aziende, di cui, a parte i commerciali che operano direttamente sul campo, in azienda non frega una benemerita mazza a nessuno.

In questo post, volevo fare un esempio concreto di questo.
In una precedente azienda lavoravo in Ricerca e Sviluppo e dovevamo progettare un nuovo prodotto in cui uno degli obiettivi fondamentali era ridurre il costo rispetto all'analogo prodotto precedente. Per cui si studiavano soluzioni più efficaci e naturalmente si chiedevano delle offerte a vari fornitori di componenti o semilavorati. A un certo punto ci siamo accorti che l'Ufficio Acquisti inseriva nel sistema gestionale non i costi che avevamo ottenuto noi, ma costi leggermente maggiorati, questo perchè loro avevano l'obiettivo di acquistare durante l'anno a un prezzo minore di quello inserito a sistema e quindi, prevedendo aumenti dovuti a vari fattori, si cautelavano inserendo un costo iniziale più alto. Questo faceva si che loro erano facilitati nel raggiungere i loro obiettivi, mentre noi vedevamo vanificati i nostri. Questo ha causato malumori e litigi, ma soprattutto il contrapporsi di due gruppi, in cui "noi" eravamo "noi" e "loro" erano "loro".

Lo spirito di squadra "aziendale"? Mah!

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