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mercoledì 12 febbraio 2014

La procedura uomo-scimmia





Quando il capo si interessa del mio carico di lavoro per assegnarmi una mansione che lui ritiene importante e dalla massima priorità, dopo anni e anni di convivenza lavorativa, ho capito che è in arrivo un lavoro beffa.
L’incarico beffa è, per esempio, quel lavoro da svolgere dove non devi fare niente, ma “solo” coordinare e attendere risposte da più reparti che ovviamente tarderanno le consegne o non faranno adeguatamente la loro parte di incarico. La colpa ricadrà su di te in ogni caso, pur non in tuo potere, perché è chiaro che la bassa manovalanza non può alzare la voce con i capi di altri reparti per sollecitare una consegna. Potrai al più ricordare, sollecitare e far presente che sei in attesa che altri svolgano il loro dovere. Un incarico beffa può nascondere un elevato rischio “diplomatico”.
Altre volte invece l’incarico beffa riguarda attività che nessuno vuole svolgere, perché considerate di poco valore o, al contrario, considerate di vitale importanza ma troppo costose per essere eseguite da fornitori esterni o consulenti qualificati. In questo caso serve quello io chiamo “uomo-scimmia” che si limita ad eseguire quello che gli viene detto, senza che capisca nulla di quello che succede prima e dopo lo svolgimento del suo incarico. L’uomo scimmia opera senza sapere il contesto nel quale deve agire, limitandosi ad eseguire la procedura fornita da altri, che, a detta del tuo capo è molto semplice. Sarà per questa semplicità che il consulente qualificato se la fa pagare molto cara? La procedura uomo-scimmia prevede l’esecuzione di quanto scritto nell’apposito documento cartaceo, consegnato sistematicamente un paio di ore prima dell’avvio dell’attività!
Non è una mansione difficile, lo potrebbe fare chiunque e il capo deve pur scegliere qualcuno. A un responsabile che assegna una attività poco gradita , non resta che assegnarla con l’aziendalese più consumato: “Abbiamo scelto te per le doti di precisioni e affidabilità”, “E’ un lavoro altamente sfidante”, “L’intera azienda attende questo lavoro”, etc.

E veniamo ai fatti: era il dicembre del 2013. Il mio responsabile si interessò del mio carico di lavoro durante le feste natalizie. In particolare si interessò delle mie ferie, pianificate, come da richiesta dell’entusiasta responsabile del personale, a gennaio 2013. Mi disse che c’era un lavoro altamente sfidante, di massima importanza per l’azienda, che voleva affidarmi ma che era particolarmente urgente e ventilò l’ipotesi di saltare qualche giorno di ferie. Poco male, non amo le feste comandate. Vengo convocata a un paio di riunioni infuocate tra diversi reparti, dove tutti parlano di questa importante attività da svolgere. Io, essendo entrata a progetto già avviato non capisco molto, e lo faccio presente al mio responsabile che mi liquida con un “tranquilla, quando tutto sarà deciso, ti diremo cosa fare” e mi esclude anche da queste riunioni.  
L’attore non protagonista, nonché uomo-scimmia, sono io. Il lavoro sfidante consiste nel dare “pochi e semplici click” a metà di un processo che coinvolge diversi reparti dell’azienda. Inutile sollevare dubbi o perplessità sulla mia mancanza di conoscenze “generali”, viene continuamente ribadito che l’attività è molto semplice, che non è necessario avere competenze specifiche, che mi verrà fornito un documento scritto chiaro, con i passaggi da eseguire e che è volontà dell’azienda seguire l’avvio delle nuove procedure con personale interno, invece che affidarsi al fornitore che ha dato vita al progetto.

Come nelle migliori tradizioni aziendalesi il tutto deve essere assolutamente svolto entro gennaio, e quando inizio a bussare alla porta del mio responsabile, intorno al 15 gennaio, mi viene risposto che è ancora presto … ma presto sarà troppo tardi! Solo intorno al 20 gennaio vengo convocata per la pianificazione delle attività che si dovranno svolgere tutte nell’ultima settimana di gennaio. La procedura che mi riguarda non è ancora pronta, ma posso (io) sollecitare il fornitore. Il problema della mancanza della procedura pare sia un MIO problema! Mi sento talmente motivata e coinvolta nella riuscita del progetto che alla 3° mail inviata al fornitore (per CC al mio capo) per la richiesta della procedura, depongo le armi e attendo semplicemente la data concordata.
Arriva il giorno X e mezza azienda è sull’attenti in attesa dei miei “pochi e semplici click”. Della procedura nessuna traccia e il capo conferma le mie sensazioni su come la procedura fosse un MIO problema sbottando con un “E io che cosa ci posso fare?” (avrei voluto rispondere: “vedi tu, mi tiri in mezzo a sto casino, mi dici che è uno robetta da quattro click, mezza azienda è ferma, non so neanche di cosa si parla e vorresti che mi preoccupassi???”)
Telefonate, sfuriate, rimpalli, discussioni … la procedura non c’è, il fornitore non è in grado di fornirla, occorre provarla insieme e al telefono eseguo al meglio delle mie capacità di uomo-scimmia i pochi click che mi vengono richiesti. Qualcosa va storto. Il fornitore si prende un pomeriggio per capire, poi attacca la mattina del giorno dopo, e quello dopo ancora. Si prende tutta la settimana, mezza azienda rimane ferma tutta la settimana e inaspettatamente gennaio finisce!

A inizio febbraio avevo preso ferie per fare un po’ di formazione. Può sembrare strano che un impiegato debba prendere ferie per fare formazione professionale, eppure è così e, tra l’altro, la pago io. Il progetto non è concluso a gennaio come previsto, quindi il capo mi convoca per discutere delle ferie e mi chiede se sono “indispensabili o rimandabili”. Con una certa fierezza gli annuncio che le ferie mi servono per un corso di formazione. Sono ormai anni che l’azienda non propone più formazione ai collaboratori, ma ingenuamente mi aspetto almeno un po’ di ammirazione, un vago incoraggiamento, …. niente di tutto questo! Spalanca gli occhi sollevato e annuncia “Benissimo, allora faranno sicuramente un’altra sessione del suo corso, quindi per scrupolo, sospendiamo le ferie in attesa di sapere gli esiti del progetto!”
Ovviamente gli esiti del progetto non dipendono da me, ma in primis dal fornitore che porta avanti il progetto e a seguire dai reparti aziendali che devono verificare l’efficacia delle nuove disposizioni. Io ero solo l’uomo-scimmia incaricato di eseguire pochi compiti. 

Il danno: ho dovuto annullare le ferie e disdire l’iscrizione al corso per compiacere il mio capo. 
La beffa: il fornitore, per scrupolo, ha deciso di eseguire personalmente tutti e quattro i semplici click rendendo la mia presenza in azienda assolutamente inutile.

Scimmieschi saluti
La Dipendente Recalcitrante


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