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venerdì 6 settembre 2013

Venerdì informali


 

Riprendiamo dopo le vacanze estive, che come sempre danno un po' di sollievo dalle follie aziendali, ma il sollievo come ogni anno è breve e già mi rendo conto che uso il termine vacanze per dissociarmi anche solo in questo dall’azienda in cui viene utilizzato, questa volta giustamente, il termine ferie.
 
Comunque in questi giorni in vacanza parlavo con amici che condividono il mio destino di dipendenti di azienda ed era emersa un’altra simpatica usanza che vige in alcuni di questi ambienti e che mi sembra che come sempre derivi dalla abitudine innata che vige in azienda di concentrarsi più sulla forma che sulla sostanza soprattutto se la forma è appariscente.
In molti ambienti di lavoro aziendali infatti vige l’abitudine, soprattutto per gli uomini, di adottare uno stile di abbigliamento molto formale, più o meno elegante, a seconda dei gusti, ma quasi sempre con l’obbligo di indossare giacca e cravatta in tutte le occasioni.

Io non sopporto per niente questo tipo di abbigliamento, soprattutto non sopporto di doverlo adottare sempre anche in giornate in cui magari devo lavorare da solo alla scrivania, ma fortunatamente ho sempre lavorato in ambienti in cui quest’obbligo era poco o per niente applicato e di fatto ho sempre potuto ignorarlo e andare al lavoro con abbigliamento normale, a meno di non avere occasioni che mi facessero pensare che era meglio vestirsi diversamente (riunioni con ospiti esterni, visite, convegni etc.).
Eppure so che queste sono eccezioni e persino che a volte io ho ignorato quello che era un po’ la tendenza generale: in molti ambienti questo obbligo è abbastanza sentito anche se spesso in molte occasioni non sarebbe necessario, spesso è scomodo e sicuramente anche molto più costoso.
Però all’azienda piace questo ambiente formale che da un’idea esteriore di grande professionalità e chiaramente qualcosa che dà un’idea esteriore senza necessità che dietro ci sia una sostanza è per l’inclinazione aziendale irresistibile come il miele per le api.

Ma molte aziende non si accontentano di questa imposizione vuota di significato e in esse vige il cosiddetto Venerdì informale o, come chiaramente si preferisce dire in azienda, Undressed Friday. Questa fantastica idea consiste nel consentire e a volte imporre che il Venerdì si vada al lavoro vestiti informalmente, spesso anche sciattamente.
La cosa fantastica e che anche questa abitudine prescinde dall’utilità: se si hanno occasioni formali che cadono di Venerdì si va lo stesso vestiti informalmente, ma allora sarebbe meglio sdoganare l’abbigliamento informale e pretendere giustamente una maggiore formalità quando le occasioni lo richiedono: che significato ha che il Venerdì le regole cambino? Cos’è l’ora d’aria o un altro modo per separare vita esterna da vita lavorativa marcando il confine fra il fine settimana e il resto dei giorni con questa specie di terra di nessuno?

Difficile dirlo, ma certo nei fatti è un ennesimo delirio aziendale collettivo.  

 






 

1 commento:

  1. boh, azienda informatica a milano di medie dimensioni
    Da me un paio di anni fa il titolare si è presentato in pantaloni corti e sandali tedeschi. Gli ho chiesto se era un suo "diritto esclusivo" o se poteva essere copiato...
    mi ha risposto che a lui non gli interessava come eravamo vestiti ma come lavoravamo.
    Dal giorno dopo tutti in pantaloni corti, lavoriamo uguale ma siamo molto più contenti :)
    a volte basterebbe poco...

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