Sempre in tema con l’ultimo post, ho trovato questo divertente video in cui
Julio Velasco in una conferenza parla del tema della ricerca del colpevole
nelle squadre di pallavolo che allenava.
Nel suo racconto ricorda che gli schiacciatori quando sbagliavano davano la
colpa agli alzatori che poi davano la colpa ai ricevitori, i quali non potevano
dare la colpa alla squadra avversaria che batteva troppo bene. Per disinnescare questo meccanismo lui chiedeva ad ognuno di loro di
pensare solo a far meglio possibile quello che dovevano fare senza pensare a
quello che avevano fatto gli altri.
Questo indubbiamente ci mostra che la ricerca del colpevole non è una
peculiarità del mondo aziendale e che probabilmente è insita nelle dinamiche di
tutti i gruppi. Quello che però ci dice questo racconto è anche un’altra cosa: in altri ambienti
questo comportamento è visto come dannoso al funzionamento del gruppo ed è
compito dei vertici, in questo caso Velasco, individuarlo e porre rimedio.
La particolarità dell’ambiente aziendale è invece che non solo questo
comportamento non viene consapevolmente considerato dannoso, ma che i
vertici lo tollerano e addirittura lo incoraggiano per mantenere in tensione la
struttura mediante una competizione interna.
Ovviamente un ambiente competitivo non può coesistere con i comportamenti
cooperativi che sono quelli che fanno funzionare i gruppi e le squadre a cui
spesso la retorica aziendale si paragona e ciò di fatto fa si che buona parte
delle attività che si svolgono o che non si svolgono in azienda hanno lo scopo
di evitare di essere individuati come colpevoli di qualche situazione e ciò
naturalmente distrugge lo spirito di gruppo e toglie energie ad altre attività
e addirittura fa si che alcune iniziative non vengano neanche intraprese.
Facendo un paragone con il video di Velasco sarebbe come se l’allenatore in
quel caso invece che chiedere agli schiacciatori di provare a schiacciare bene
le palle alzate male, facesse loro una sfuriata ogni volta che sbagliassero una
schiacciata e che ignorasse o anzi incoraggiasse le accuse degli
schiacciatori verso gli alzatori per metterli in competizione tra loro e creare tensione.
Nel caso della squadra di pallavolo la catena è breve e le responsabilità ben definite e difficilmente evitabili, ma nel caso di
strutture e attività più strutturate e interconnesse, come le aziende medio grandi,
far diventare prioritario per ogni persona nella struttura
il rimarcare ogni errore e mancanza degli altri enti in modo da
coprire preventivamente le proprie debolezze, vista la complessità delle relazioni che esistono, farebbe si che il tempo dedicato a queste attività supererebbe di gran lunga il tempo disponibile per eseguire bene il proprio lavoro.
Per di più una simile atmosfera è il miglior disincentivo per tentare iniziative potenzialmente rischiose: uno schiacciatore non tenterebbe mai una schiacciata difficile con alto rischio di errore se sa che una volta tornato a terra tutta la squadra, partendo dall'allenatore, gli scaricherebbe addosso la colpa di tutto.
E tutto ciò in un ambiente che esalta in ogni momento il gioco di squadra.
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