Riprendiamo dopo le vacanze estive, che come sempre danno un po' di sollievo
dalle follie aziendali, ma il sollievo come ogni anno è breve e già mi rendo
conto che uso il termine vacanze per dissociarmi anche solo in questo
dall’azienda in cui viene utilizzato, questa volta giustamente, il termine
ferie.
Comunque in questi giorni in vacanza parlavo con amici che condividono il
mio destino di dipendenti di azienda ed era emersa un’altra simpatica usanza
che vige in alcuni di questi ambienti e che mi sembra che come sempre derivi
dalla abitudine innata che vige in azienda di concentrarsi più sulla forma che
sulla sostanza soprattutto se la forma è appariscente.
In molti
ambienti di lavoro aziendali infatti vige l’abitudine, soprattutto per gli
uomini, di adottare uno stile di abbigliamento molto formale, più o meno
elegante, a seconda dei gusti, ma quasi sempre con l’obbligo di indossare
giacca e cravatta in tutte le occasioni.
Io non
sopporto per niente questo tipo di abbigliamento, soprattutto non sopporto di
doverlo adottare sempre anche in giornate in cui magari devo lavorare da solo
alla scrivania, ma fortunatamente ho sempre lavorato in ambienti in cui
quest’obbligo era poco o per niente applicato e di fatto ho sempre potuto
ignorarlo e andare al lavoro con abbigliamento normale, a meno di non avere occasioni
che mi facessero pensare che era meglio vestirsi diversamente (riunioni con
ospiti esterni, visite, convegni etc.).
Eppure
so che queste sono eccezioni e persino che a volte io ho ignorato quello che
era un po’ la tendenza generale: in molti ambienti questo obbligo è abbastanza
sentito anche se spesso in molte occasioni non sarebbe necessario, spesso è
scomodo e sicuramente anche molto più costoso.
Però
all’azienda piace questo ambiente formale che da un’idea esteriore di grande
professionalità e chiaramente qualcosa che dà un’idea esteriore senza necessità
che dietro ci sia una sostanza è per l’inclinazione aziendale irresistibile
come il miele per le api.
Ma
molte aziende non si accontentano di questa imposizione vuota di significato e
in esse vige il cosiddetto Venerdì informale o, come chiaramente si preferisce
dire in azienda, Undressed Friday. Questa fantastica idea consiste nel
consentire e a volte imporre che il Venerdì si vada al lavoro vestiti
informalmente, spesso anche sciattamente.
La cosa
fantastica e che anche questa abitudine prescinde dall’utilità: se si hanno
occasioni formali che cadono di Venerdì si va lo stesso vestiti informalmente,
ma allora sarebbe meglio sdoganare l’abbigliamento informale e pretendere
giustamente una maggiore formalità quando le occasioni lo richiedono: che
significato ha che il Venerdì le regole cambino? Cos’è l’ora d’aria o un altro
modo per separare vita esterna da vita lavorativa marcando il confine fra il
fine settimana e il resto dei giorni con questa specie di terra di nessuno?
Difficile
dirlo, ma certo nei fatti è un ennesimo delirio aziendale collettivo.
boh, azienda informatica a milano di medie dimensioni
RispondiEliminaDa me un paio di anni fa il titolare si è presentato in pantaloni corti e sandali tedeschi. Gli ho chiesto se era un suo "diritto esclusivo" o se poteva essere copiato...
mi ha risposto che a lui non gli interessava come eravamo vestiti ma come lavoravamo.
Dal giorno dopo tutti in pantaloni corti, lavoriamo uguale ma siamo molto più contenti :)
a volte basterebbe poco...