Torno dopo qualche mese con una storia di qualche anno fa, ma sempre molto
esemplificativa dell’atteggiamento “aziendalista” e cioè sempre “ottimista per
forza” e soprattutto completamente slegato dalla realtà.
Il Dipendente Riluttante si è da poco trasferito in una nuova azienda,
nello stesso settore e con lo stesso ruolo che ricopriva nella precedente,
Product Manager.
In questa nuova azienda questo ruolo è stato appena introdotto, anche se è
oramai presente da decenni in tutte le aziende che vendono prodotti finiti di
serie sul mercato, ma invece che riferirsi alla letteratura specifica o
addirittura ai libri di testo di organizzazione aziendale (non sia mai che
occorra leggere e documentarsi, sono tutti troppo impegnati) sono cominciate
una serie infinita di riunioni e di compilazione di creativi documenti con il
nobile intento di definire mansioni e responsabilità di questa bizzarra figura.
Il Dipendente Riluttante è nuovo in azienda e ancora ha un minimo di
entusiasmo e cerca di portare il suo contributo, dato che di fatto ha ricoperto
tale ruolo per anni in un’azienda concorrente fra i leader di mercato. Tuttavia
in una di queste riunioni viene toccato l’argomento che i Product Manager
devono espletare le loro funzioni di conoscenza del mercato, e delle sue
evoluzioni in termini di ricaduta sulle specifiche delle linee di prodotto, non
solo in Italia, ma anche nei mercati di esportazione principali dell’azienda.
Pensando di poter dare un contributo su questo tema il Dipendente
Riluttante prende la parola e riepilogando anche l’esperienza nella precedente
azienda, sostiene che anche se anche lì il PM era nominalmente in carica anche
per l’export, di fatto la sua posizione non era simmetrica rispetto a quello
che faceva per l’Italia in quanto in Italia i PM ci vivevano e quindi
raccoglievano informazioni da moltissime fonti: giornali, conoscenza diretta
del territorio, siti di opinioni, e anche chiacchiere con operatori. Questo non
poteva essere fatto con l’export per cui il PM doveva per forza appoggiarsi
maggiormente su figure che andavano nei paesi interessati, i Capo Area, o anche
sui responsabili di filiale quando presenti.
Il responsabile intermedio però non è d’accordo e gli ribatte che può
tranquillamente raccogliere le stesse informazioni su un qualsiasi paese estero
perché ormai c’è internet. A quel punto il Dipendente Riluttante risponde che
qualche informazione si può anche prendere, ma ad esempio se ci si deve
riferire alla Repubblica Ceca occorrerebbe poter frequentare i siti
in lingua ceca, cosa ovviamente impossibile.
Il Responsabile Intermedio è in evidente difficoltà a sostenere una posizione assurda, però non può ammettere una difficoltà oggettiva
che farebbe modificare la brillante dichiarazione d’intenti che ha redatto con
l’ottimismo di ordinanza degno dell’Istituto Luce e così ribatte in maniera
assolutamente sconcertante.
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Non è vero che c’è bisogno di conoscere il ceco, per
leggere i siti della Repubblica Ceca: basta usare Google Translator e il gioco
è fatto!
Il Dipendente Riluttante a quel punto comincia a capire in che assurda
situazione si sia ficcato…..
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